Cyrano Station

Il mio cuore non vi lascerà mai un istante, sono e sarò fin nell’altro mondo, colui che vi amò smisuratamente

L’amore vive tra i versi dei poeti. Sui guanciali del loro risveglio. Nei pensieri che accompagnano al crepuscolo.

L’amore vive tra i versi dei poeti. Sui guanciali del loro risveglio. Nei pensieri che accompagnano al crepuscolo.

E se l’amore fosse la mera invenzione di un dio beffardo, un bluff, un modo per riempire pagine di libri, appesantire tavole di palcoscenico, giustificare torbidi di stomaco. Se fosse solo “parola”, o… semplicemente menzogna. Se fosse un ritornello scemo, tipo: “sole, cuore e amore”.
Insomma, se l’amore esistesse solo nella voce di chi, capace di raccontarcelo, ce lo facesse intendere vero e/o plausibile?

Allora immaginiamo dei poeti, indossare le vesti di un guascone, e iniziare un viaggio, con tanto di fermate e capolinea. 

Virtuosi della parola, dall’inchiostro sopraffino, duelleranno in singolar tenzone a
colpi di puntuta stilografica. Rilke e Rostand, o Rostand e Rilke, se preferite. E poi il bardo, declamato per errore o forse per amore. E ancora i turbamenti di Vitangelo Moscarda, di Kovalèv e Pinocchio. 

E poi un naso, grosso, “maledetto”; testimone di un amore impossibile ma terribilmente reale, emblema letterario della menzogna, ma anche rivelatore di verità.

Dei poeti, dunque, e un naso. Un’ ispirata passeggiata tra le righe, i racconti, i versi di poeti profondamente innamorati o tremendamente bugiardi. 

Perché Cyrano? Perché ancora Cyrano? L’idea nasce da una precisa volontà: quella di “tradire”. Il tradimento come unica operazione possibile difronte ad un opera di tale bellezza. Un testo, di per sé perfetto, non può che essere “contaminato” e così le parole di Rostand vengono “macchiate”, “strappate”, aggiunte e sottratte, capovolte e sostituite con i versi di poeti (e non solo), che hanno trattato con la stessa passione il tema dell’amore. Spogliato di tutti gli antagonisti proposti dall’autore, Cyrano diventa unico nemico di sé stesso. Il naso, la sua arma e la sua scusa, il suo alter ego, limite e vanto, appendice da combattere e difendere. Sulla scena nuda, un letto e tre attori, tre Cyrano, tre nasi enormi, in quella atavica ricerca dell’uomo di trovare una falsa verità o una vera menzogna in cui perdersi.

Con 

Alessandro Balletta

Fortuna Liguori

Gaetano Migliaccio

Costumi

Rosario Martone

Scene

Liberaimago

Foto di scena

Giancarlo De Luca

Riscrittura e regia

Roberto Ingenito

13/09/2021