EUGENIA: Caro sposo, finalmente siete mio, e io sono vostra.
Oh quante stravaganze abbiam fatto, per il nostro amore!
Le nostre gelosie, i nostri affanni, le nostre pene.
Chi potrà dire che non fummo noi, e che non siamo tuttavia innamorati?
Oh, quanti si saranno specchiati in noi! […]
I due ragazzi sono innamoratissimi l’uno dell’altra, ma la relazione è tormentata, a causa dell’impulsività di lui e, soprattutto, della gelosia di lei. I due così si dividono spesso, ma altrettanto spesso ritornano insieme.
Eugenia Ridolfi, erede di una famiglia in rovina, frequenta da un anno il giovane e ricco Fulgenzio. I due ragazzi sono innamoratissimi l’uno dell’altra, ma la relazione è tormentata, a causa dell’impulsività di lui e, soprattutto, della gelosia di lei. I due così si dividono spesso, ma altrettanto spesso ritornano insieme.
Il conte Roberto d’Otricoli, cliente di un amico di Fabrizio, giunge a Milano e fa visita alla famiglia Ridolfi. Fabrizio, che non vuole essere da meno dell’ospite, lo invita a pranzo, a dispetto della disastrosa situazione economica della famiglia. Nel frattempo, Eugenia chiarisce subito la sua situazione con Roberto, innamorato di lei, spiegandogli di essere innamorata di un altro uomo.
Ma Fulgenzio, che non sa di questo chiarimento, si ingelosisce, e minaccia di compiere una pazzia. La fidanzata lo ferma, gli spiega a chiare lettere l’amore che prova per lui, e i due ormai sembrano aver fatto la pace.
Purtroppo Fabrizio ha invitato a pranzo anche Clorinda: Eugenia, esasperata e gelosa, la insulta e se ne va.
Il pranzo si svolge in maniera comicamente drammatica. I due fidanzati si chiariscono ancora una volta, ma quando Fulgenzio chiede se può accompagnare a casa Clorinda, Eugenia si offende: ricominciano a litigare e giungono alla rottura definitiva.
La ragazza, per puntiglio e vendetta, accetta la proposta di matrimonio di Roberto: Fabrizio, che pure aveva voluto bene a Fulgenzio, ora che la nipote è fidanzata con un nobile, le proibisce di amarlo e frequentarlo ancora.
La giovane acconsente, salvo poi pentirsene amaramente pochi minuti dopo: Fulgenzio infatti ritorna, con buone notizie per lei. Suo fratello è tornato da Genova: Clorinda passa di nuovo sotto la protezione del marito, e il ragazzo ha ottenuto il permesso di sposare la donna che ama.
Inoltre Fulgenzio, per far piacere alla ragazza, le promette che non frequenterà mai più Clorinda. Eugenia, disperata, si trova costretta a dirgli che ormai è fidanzata: non reggendo di fronte ai rimproveri che riceve dall’ex fidanzato, sviene.
Quando rinviene, la sorella Flamminia le darà una bellissima notizia: ha spiegato la situazione a Roberto e questi, capendo la situazione, ha rotto il fidanzamento con Eugenia.
Fabrizio si lascerà convincere dal fatto che Fulgenzio sposerà sua nipote senza chiederne la dote.
Subito dopo si celebra il tanto sospirato matrimonio.
“Gli Innamorati” è una commedia in tre atti scritta da Carlo Goldoni nel 1759; ricca di meccanismi comici basati sull’equivoco e sull’eterno gioco dell’amore furioso.
La compagnia Liberaimago quest’anno affronta un classico della comicità italiana, nato dalla penna di uno dei più grandi commediografi di sempre. L’intento è sempre quello di sorprendere il giovane pubblico, portando sulla scena la drammaturgia fedele, riadattata semplicemente in sintassi e morfologia, senza tradire in alcun modo messaggi, meccanismi comici e inneschi divertenti, che contraddistinguono questa commedia, rendendola una delle migliori del repertorio dell’artista veneziano.
La regia segue lo stile che contraddistingue la messa in scena dei classici, già sperimentata con grande successo con il “Romeo e Giulietta” dello scorso anno; una messa in scena flessibile, moderna, divertita e divertente, dove gli attori possono “giocare” con i personaggi, restituendo al pubblico tutta la potenza della scrittura di Goldoni, e al contempo, esibirsi con grande talento in quel che si può considerare un meraviglioso gioco d’amore, dal titolo – per l’appunto – “Gli innamorati”.
Con
Antonio Torino, Rossella De Martino, Francesca Borriero, Roberto Ingenito, Francesco Luongo
Costumi
Rosario Martone
Scenografia
Erika Pisano & Giovanni Luigi Frattini
Riscrittura
Fabio Pisano
Regia
Roberto Ingenito
Foto di scena
Giancarlo De Luca