Teatro Ragazzi

Pirandello: L’uomo, la bestia e la virtù

Locandina di Luigi Pirandello

L’uomo, la bestia e la virtù è un’opera scritta da Luigi Pirandello nei primi mesi del 1919. A maggio dello stesso anno viene rappresentata per la prima volta al Teatro Olimpia Milano. 

Come nasce quest’opera di Pirandello?

Una delle opere teatrali di Pirandello maggiormente rappresentate, L’uomo, la bestia e la virtù trae origine dalla Richiamo all’obbligo . Nonostante i temi trattati siano abbastanza scabrosi e, probabilmente, un po’ prematuri per l’epoca, sarà lo stesso drammaturgo siciliano a definirla “un apologo in tre atti”. Lo stesso Pirandello, in pratica, la inquadrerà come una favola dal forte senso allegorico e pedagogico. 

La trama

Il professor Paolino (l’Uomo) sembra essere un rispettabile professore ligio alle regole. Dietro la sua maschera di cittadino perbene nasconde una relazione “clandestina” con la signora Perella (la Virtù). La donna, onesta e pudica madre di famiglia, in realtà soffre per l’abbandono del marito e cerca consolazione, appunto, nelle attenzioni del professore. Il marito della signora Perella è un capitano di marina: convive con un’altra donna e nelle rare occasioni in cui incontra la moglie rifiuta di avere rapporti con lei. Tutto si regge su un equilibrio fatto di apparenze. Equilibrio che viene distrutto quando la signora Perella scopre di essere incinta del professore.  Paolino, allora, con l’aiuto di due amici (il medico e il farmacista), farà l’impossibile per preservare le apparenze. Riuscirà, infine, a salvare la virtù, evitare lo scandalo e nascondersi, ancora una volta dietro la bandiera della moralità.

La fiaba e la critica alla morale

La prima rappresentazione fu accolta sfavorevolmente dal pubblico e dalla critica, probabilmente  a causa  delle forti tinte del dramma. In effetti lo stesso Pirandello afferma : (…) “Ella avrà certamente notato il riposto senso di essa, pieno d’amarezza beffarda, che la fa una delle più feroci satire contro l’umanità e i suoi astratti valori. La comicità esteriore della favola non è che la maschera grottescamente arguta di questa amarezza: l’avrei voluta anche, se non avessi temuto d’offender troppo il pubblico e gli attori che debbon recitare le parti, più sguajata, per una superiore coerenza estetica”.

Nonostante i tratti tipici di una commedia, quindi,  L’uomo, la bestia e la virtù è una tragica e irridente farsa. Una farsa che mira a cogliere e travolgere i falsi valori morali di una società inetta, incapace di affrancarsi dalla propria atavica, “rassicurante” e collaudata ipocrisia.

Pirandello e il Teatro Scuola Liberaimago

L’autore siciliano porta a termine questo testo più di mezzo secolo prima delle leggi sull’aborto e sul divorzio. Questo sottolinea l’aspetto avanguardista e  “visionario” di Luigi Pirandello.  Capacità di guardare lontano e capacità di guardare dentro l’animo umano. Qualità che hanno consentito al drammaturgo di ricevere nel 1934 il Premio Nobel. Proprio come ricorda il recente film La Stranezza di Roberto Andò.  

Sintesi dell'opera

In pratica Pirandello è un classico quanto mai attuale. Per questo lo abbiamo scelto per il nostro progetto di Teatro Scuola.  La rilettura de L’uomo, la bestia e la virtù ci consentirà di mostrare agli studenti il meccanismo della farsa, della derisione. Tutto si svelerà volutamente finto, fasullo, contraffatto e scorretto. Nella forma così come nel contenuto.

Al tempo stesso quest’opera consentirà alla nostra compagnia di affrontare con gli studenti temi centrali per l’opinione pubblica. Primo fra tutti l’aborto. 

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